Descrizione
Ne ammettiamo la costante presenza, ne conosciamo lʼineluttabilità e lʼassoluto arbitrio, siamo educati ad attribuirla a un disegno divino, al caso o a un processo naturale, eppure ogni volta che taglia il nostro cammino la morte ci coglie comunque impreparati, smascherando tutta la nostra inadeguatezza.
È questa la dimensione inafferrabile in cui Fabio Viscogliosi, scrittore, illustratore e cantautore francese, si ritrova dal nulla il 24 marzo 1999, rispondendo a una telefonata; poche parole e il cuore che perde un battito: suo padre e sua madre sono deceduti nellʼincendio del tunnel del Monte Bianco.
Una frase pronunciata velocemente, per sentire meno il dolore, semplice e inappellabile come la morte, che non ci concede margini di fraintendimento. Ma ci lascia tutto il resto. Da quel momento, lʼincendio che si è portato via i suoi genitori comincia a intaccare anche la vita dellʼautore, quel fumo soffocante ne intorbida la vista, i gesti, i pensieri, la fuliggine ricopre i giorni; il lutto non si elabora, perché una mente può elaborare, non un cuore.
E allora per non esserne travolti, non cʼè altra possibilità che affrontare il proprio Mont Blanc, ricorrendo a tutto ciò che si ha e si è.Con il suo stile netto, incisivo, a tratti per- sino ironico, Viscogliosi ci concede di seguirlo in questa drammatica impresa, uno scatto in salita, poderoso e di «torrida tristezza» come quelli di Pantani, struggente come il pianto di un figlio, un tentativo (per se stesso e per i suoi) di fuga dal soffocamento della morte, alla ricerca di un refolo che ristori i polmoni, quel soffio di vento di cui sono fatte le anime.
RECENSIONE DI FABIO VISCOGLIOSI, “MONT BLANC” dI Claudio Morandini –
DIACRITICA 25/6/2013
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